Parco Etrusco e Vestigia Archeologiche

Le fantasiose interpretazioni che scrittori come D. H. Lawrence e A. Huxley e poeti come Giosuè Carducci hanno dato degli etruschi, contribuirono ad accrescere quell’alone di fascino e di mistero che tutt’ora risuona sulla loro cultura. Seppur le ricerche archeologiche abbiano strappato molti veli al misterioso popolo degli etruschi, questi continuano ad affascinare i visitatori di tutta Europa, che a migliaia arrivano a visitare la loro terra, la Tuscia o terra degli etruschi.

Primo fra tutti, tra i poli d’interesse della cultura etrusca, è senza dubbio la città di Tarquinia. Tappa imperdibile sono le tombe dipinte della necropoli dei Montarozzi, dal 2004 sotto l’egida dell’UNESCO, patrimonio mondiale dell’Umanità. Qui sono degne di nota le tombe del Triclinio (V sec. a.C.), degli Auguri (530 a.C.), del Barone (fine VI sec. a.C.), della Caccia e della Pesca (520-510 a.C.), dei Giocolieri (fine VI sec. a.C.), la tomba Cardarelli (fine VI sec. a.C.), dei Leopardi (470 a.C.) e dell’Orco (IV sec. a.C.). Sempre a Tarquinia è possibile visitare i resti dell’acropoli con il tempio etrusco dell’Ara della Regina e il porto romano di Gravisca. All’interno del Palazzo Vitelleschi invece è ospitato il Museo Nazionale Etrusco. 

Risultati immagini per cavalli alati tarquinia

Tarquinia. Museo Archeologico. Cavalli alati

Dalla cittadina costiera, percorrendo l’Aurelia, si raggiunge a nord il Parco Naturalistico Archeologico di Vulci, nel territorio di Canino e Montalto di Castro. Qui, oltre alle necropoli etrusche di Ponte Rotto, Osteria, Cavalupo, Cuccumella - con la famosissima Tomba François del IV sec. a.C. - si possono ammirare gli imponenti resti della Città etrusco-romana e il Museo Nazionale all’interno del Castello della Badia. Probabilmente questa è la località etrusca più affascinante d’Italia, non solo per i resti dell’antica acropoli di Vulci ma anche per la splendida cornice fornita dal Parco con i suoi 4 Km di sviluppo snodati tra i monumenti, le necropoli, e le bellezze naturalistiche quali Lago del Pellicone e il fiume Fiora. 

Immagine correlata

Pittura etrusca. Tomba dei Leopardi

A 20 km verso l’interno si raggiunge Tuscania, sede di una ricca e fiorente produzione di sarcofagi in nenfro, oggi visibili all’interno del Museo Nazionale di S. Maria del Riposo. Con Tuscania si chiude il “triangolo etrusco”. Nel territorio della città si conservano le necropoli etrusche dell’Olivo (V-IV sec. a.C.) con la Tomba della Regina, della Peschiera (VII-VI sec. a.C.) con la Tomba a Dado e la necropoli etrusca di Pian di Mola (VI sec. a.C.). Sono presenti anche vestigia romane con resti delle terme, della Via Clodia e di alcune ville situate sull’acropoli di S. Pietro. 

Dalle tombe a tumulo caratteristiche delle città costiere, come Tarquinia e Vulci, le suggestive testimonianze etrusche cambiano forma. Si passa alle tombe a dado, semi-dado e a facciata semplice scolpite nelle pareti tufacee delle forre che caratterizzano tutti gli insediamenti etruschi all’interno della costa. 

A Viterbo troviamo la necropoli di Castel d’Asso (IV sec. a.C.), i cui reperti sono conservati presso il Museo Civico di S. Maria della Verità. Nella città è il Museo Nazionale della Rocca Albornoz quello che permette di avere una panoramica completa degli insediamenti etruschi. Qui sono visibili gli straordinari esempi dell’architettura civile di Acquarossa, sede di un importante insediamento arcaico (VIII-IV sec. a.C.), oltre ad una serie di vestigia provenienti dalle necropoli di Norchia, San Giovenale, Bisenzio. Nel Museo è conservato inoltre il gruppo scultoreo di età Augustea proveniente dal teatro di Ferento, le cui rovine del III sec. a.C. sono visitabili insieme ai resti delle terme romane. Procedendo verso Roma, subito a sud di Viterbo è possibile visitare Norchia, un antico insediamento di cui si conservano la necropoli etrusca e una serie di strutture risalenti al periodo medievale. 

Nella stessa zona sono visibili ampi resti di basolato romano appartenenti all’antica via Clodia. Poco distante, nel territorio di Vetralla, si trovano le necropoli etrusche di Grotta Porcina (VII-III sec. a.C.) e del Cerracchio (VI- V sec. a.C.) e i resti del Forum Cassii, antica stazione di posta lungo la via Consolare Cassia poi sede di alcune ville romane. Non lontano, a Barbarano Romano, sorgono le necropoli etrusche di San Giuliano (VII-IV sec. a.C.), dove sono conservati imponenti resti della città etrusco-romana e di quella medioevale. Nel vicino territorio di Blera si trovano le necropoli di Pian del Vescovo e del Mattarello (VII-II sec. a.C.), come anche i resti dell’insediamento preistorico di Luni sul Mignone (XV-XII sec. a.C.) e le testimonianze relative all’insediamento dell’età del Bronzo di San Giovenale. Procedendo lungo la via Cassia si incontra l’antichissima città di Sutri dove, nella zona a fondovalle, è possibile visitare le necropoli etrusche (VI-IV sec. a.C.), lo splendido anfiteatro etrusco romano e la chiesa della Madonna del Piano nota anche come Mitreo. 

Immagine correlata

Sutri. Anfiteatro

Dal “triangolo etrusco” (Tarquinia, Vulci, Tuscania), ci si sposta per raggiungere la zona del lago di Bolsena toccando il paese di Valentano, dove troviamo il Museo della preistoria della Tuscia, all’interno del quale si conservano le testimonianze degli insediamenti preistorici trovati nei fondali del Lago di Mezzano, Farnese e Ischia di Castro. Nella zona è interessante la visita agli insediamenti dell’età del Bronzo della Selva del Lamone a Farnese, e la valle dei romitori sul fiume Fiora, tra cui spicca fra tutti il Romitorio di Poggio Conte a Ischia di Castro. Oltre all’insediamento delle Sorgenti della Nova, sono da visitare qui le ricchissime necropoli etrusche sparse sul territorio (VII - VI sec. a.C.) e le rovine della città di Castro, la capitale del ducato dei Farnese distrutta nel 1649 dalle truppe pontificie e mai più ricostruita. 

Ultime tappe del nostro itinerario sono il Lago di Mezzano, con importanti resti di insediamenti preistorici su palafitte, la vasta necropoli di Bisenzio (città di origine umbro-etrusca) a Capodimonte, e a Bolsena, gli insediamenti palafitticoli in località Gran Carro, le necropoli etrusche di Poggio Pesce e Battaglini. Il Museo Territoriale del lago di Bolsena, che ha sede nella Rocca Monaldeschi della Cervara e nel vicino Palazzo Monaldeschi, conserva testimonianze archeologiche, geologiche e naturalistiche provenienti dal territorio del lago e i manufatti ritrovati nell’antica citta etrusco romana di Velzna (odierna Bolsena), visitabile presso gli scavi di Poggio Moscini. Inoltre, situate nel limitrofo territorio di Grotte di Castro, sono da ricordare le necropoli etrusche di Vigna di Piazza, di Maccarino, e di Pianezze (VII-V sec. a.C.). 

Tra Vitorchiano, Soriano nel Cimino e Bomarzo si snodano zone archeologiche di particolare interesse, con necropoli etrusche alternate da vestigia longobarde e resti di insediamenti del bronzo finale. Seppur non sempre indicate e non facilmente raggiungibili, troviamo le zone archeologiche di Corviano, Malano e Santa Cecilia. Non meno importanti e ricche di un fascino particolare, sono visitabili tra percorsi non indicati, la Valle degli Altari e la Piramide Etrusca. Oltrepassati i Monti Cimini, nel territorio dell’Agro Falisco, vicino Fabrica di Roma, incontriamo le rovine di Falerii Novi, città sorta nei pressi della via Amerina dopo che nel 241 a.C. i Romani conquistarono e distrussero l’antico centro di Falerii Veteres. Poco distante si trova Civita Castellana, sede del Museo Nazionale Archeologico dell’Agro Falisco, realizzato all’interno del Forte Borgiano, opera di Antonio da Sangallo, e ricco di reperti della cultura falisca.